Rassegna stampa
13 Gennaio 2014
Affari e Finanza
“Jobs act, le istruzioni per l’uso”
Gazzetta di Modena
“Rappresentanza, regole rinnovate”
Il Gazzettino
“Disoccupazione giovanile”
Il Messaggero
“Il jobs act può battere la crisi solo se condiviso”
Il Secolo XIX
“E per far quadrare i conti il Fisco ti allunga la vita”
Il Sole 24 Ore
“La carriera da dirigente è poco rosa”
La Repubblica
“Stipendi, riesplode il caso statali”
“Le proposte di Renzi e gli equilibri del Governo”
COMUNICATO STAMPA
Come dirigenti della pubblica amministrazione ci chiediamo se il Segretario del PD conosca o meno le regole sulla Pubblica Amministrazione, soprattutto quelle relative ai dirigenti.
Non stiamo parlando dei super burocrati dello Stato e delle loro maxi prebende, né dei Consiglieri di Stato e dei magistrati con plurincarichi e con carriere automatiche, ma ci riferiamo a quei dirigenti pubblici che costituiscono la spina dorsale di tutta la pubblica amministrazione.
Renzi evidentemente non sa che la privatizzazione è stata già introdotta con il DLgs 29/93 e che i dirigenti pubblici accedono ad una carriera con concorso pubblico, da non confondersi con gli incarichi temporanei (attribuiti/concessi dal politico di turno), gli viene conferito un incarico a tempo determinato, sottoposto a valutazione conclusiva con revoca o conferma dell’incarico stesso.
Se “privatizzazione” per Renzi vuol dire “spoil system selvaggio” la CONFEDIR dice e dirà NO.
Invitiamo Renzi ad attivare un tavolo specifico per la dirigenza pubblica per un confronto franco e costruttivo.
Roma, 10 Gennaio 2014
ARAN-Ripartizione prerogative sindacali
In data 7 gennaio 2014 si è tenuta la prima udienza del ricorso ex art. 700 c.p.c. in merito all’ipotesi di CCNQ sulla nuova ripartizione delle prerogative sindacali nelle aree della dirigenza che la CONFEDIR non aveva firmato in data 30 luglio 2013.
Si sono costituite l’ARAN e varie Confederazioni.
Il Giudice ha rinviato la decisione all’udienza del 18.2.2014.
News di M. Perelli Ercolini
IN BREVE 001-2014
LEGGE STABILITA 2014 legge_147-27dic-2013
CALCOLO MINI IMU 2013
TU 81-08 ed 20/12/13
ATTENZIONE: LE PENSIONI SOLITO BANCOMAT DI STATO
LA POLITICA ALL’ATTACCO DEGLI ASSEGNI DI OGGI E DI DOMANI di Pierluigi Roesler Franz
Le 6 proposte di legge presentate da 46 parlamentari per tagliare le pensioni. Questi disegni di legge si saldano alle 7 Mozioni di 121 deputati di tutti i partiti -ad eccezione di Forza Italia- che saranno discusse alla Camera nel pomeriggio di mercoledì 8 gennaio, nonostante la legge di stabilità entrata in vigore dal 1° gennaio scorso avesse ripristinato e in misura ben più pesante -in radicale conflitto con l’articolo 136 della Costituzione e la sentenza 116/2013 della Consulta- i tagli sulle pensioni superiori ai 90 mila 168 euro lordi l’anno ed avesse anche allungato di un ulteriore anno dopo il biennio 2012-2013 il blocco della perequazione sulle pensioni superiori ai 38 mila 646 euro lordi l’anno. Franco Abruzzo (presidente UNP@it): “L’accanimento della politica deve allarmare anche i giovani lavoratori. Anziani e giovani sono sullo stesso fronte: se passa questa linea, gli assegni di oggi e di domani diventano precari e fanno da bancomat per le esigenze di spesa del Governo e del Parlamento. Bisogna fermare questa manovra ignobile a costo anche di votare in massa il partito di Renato Brunetta”.
Da tenere presente che l’8 gennaio 2014 nell’aula di Montecitorio verranno anche discusse 7 MOZIONI (CONTRO LE COSIDDETTE “PENSIONI D’ORO”) PRESENTATE DA 121 DEPUTATI DI 7 DIVERSI GRUPPI POLITICI (MOVIMENTO 5 STELLE, FRATELLI D’ITALIA, SEL, SCELTA CIVICA, PD, LEGA e NUOVO CENTRODESTRA), PARI AD 1/5 DELL’ASSEMBLEA DI MONTECITORIO.
L’obiettivo dei parlamentari – totalmente ignoranti in tema di diritto costituzionale e in particolare in tema di uguaglianza fiscale tra i cittadini – punta “all’introduzione di un prelievo straordinario sui redditi da pensione superiori ad un determinato importo”. E’ un esproprio proletario. Non è possibile ricalcolare le vecchie pensioni retributive con il metodo contributivo: parola di Stefano Fassina viceministro all’Economia. Si annuncia un provvedimento abnorme. Il Presidente della Repubblica e la Corte costituzionale sono l’unica barriera in difesa di chi ha versato nella vita lavorativa 35/40/50 anni di contributi. Le tasse devono avere una portata universale e non possono colpire una sola categoria di cittadini (i pensionati): così dice la sentenza 116/2013 della Consulta.