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COMUNICATO STAMPA
ISTRUZIONE – UDIR chiede revisione dei criteri di accorpamento delle scuole e nuove norme di
mobilità interregionale e regionale per dirigenti scolastici e neo assunti
Il giovane sindacato chiede al ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che vengano emanate disposizioni urgenti per la risoluzione del grave problema che rende quasi impossibile il rientro a casa dei dd.ss. o semplicemente il loro spostamento all’interno della propria regione. Inoltre chiede che il ministro prenda seriamente in considerazione la revisione dei criteri di accorpamento delle scuole, ribadendo la necessità di una decisa riorganizzazione territoriale del sistema scolastico e il bisogno di ulteriori risorse finalizzate a una maggiore efficacia ed efficienza delle istituzioni scolastiche.
Il sindacato dei dirigenti scolastici Udir ribadisce il proprio impegno e volontà di risoluzione del problema che coinvolge tantissimi dd.ss. anche neo assunti, in particolare della Campania e del Sud ma non solo, di poter tornare a casa, dai propri affetti, nella propria regione di residenza, senza più spese per soggiorni e viaggi, vedendo decurtato il proprio stipendio di oltre 12.000 euro all’anno. Questi dirigenti scolastici sono costretti, alcuni già da 5 anni, altri per i prossimi a venire, a rimanere in sedi di servizio lontane dalla propria residenza, senza dimenticare coloro i quali attendono il trasferimento all’interno della propria regione.
Nel dettaglio UDIR, tramite il suo presidente, Marcello Pacifico, chiede al Ministro Azzolina che vengano emanate disposizioni adeguate e urgenti per una reale risoluzione del grave problema che rende oramai quasi impossibile, per i prossimi anni, il rientro a casa di questi dd.ss. o semplicemente il loro spostamento all’interno della propria regione.
Allo stato attuale molti sono impossibilitati a rientrare nella propria casa e vicino ai propri cari a causa di farraginosi e obsoleti meccanismi burocratici pertanto Udir chiede che:
· a partire dall’anno scolastico 2020/2021, sia creato un piano di mobilità straordinaria su tutte le sedi disponibili prima delle nuove immissioni in ruolo;
· abolizione della necessità del “nulla osta” da parte dell’USR di servizio in deroga all’art. 9 comma 4 del CCNL Area V del 15/07/2010), condizione peraltro applicata in maniera del tutto arbitraria dai vari USR;
· abolizione del tetto del 30% dei posti messi a mobilità interregionale in deroga all’art. 9 comma 4 del CCNL Area V del 15/07/2010;
· creazione di un’unica graduatoria di aspiranti a mobilità, applicando una specifica tabella di titoli tenendo conto anche delle esigenze familiari e professionali, dando valore dall’anzianità di servizio e partecipazione a concorsi pubblici; condizione oggettiva mai applicata finora;
· inclusione nell’elenco delle sedi utilizzabili per mobilità anche delle sedi resesi disponibili per utilizzazione, distacco o comando, con incarico pluriennale, dei Dirigenti Scolastici presso Enti, Pubbliche Amministrazioni, USR.
Nel chiedere meccanismi efficaci di mobilità, il giovane sindacato chiede anche di applicare una revisione dei parametri di sottodimensionamento delle istituzioni scolastiche che ha determinato negli anni un inevitabile peggioramento della qualità del servizio formativo offerto all’utenza scolastica.
Peraltro la presenza più capillare di dirigenti scolastici e Dsga è palesemente necessaria in una fase nella quale si rileva un’urgente e consistente necessità di azioni di coordinamento e bisogno di motivare il personale scolastico per la pratica della didattica a distanza e per il lavoro in remoto.
L’attuale meccanismo di accorpamento è in forte contraddizione con la prospettiva di fare fronte nel medio e lungo termine ad una pressante esigenza di presenza di una guida e un indirizzo territoriale delle Scuole tramite i Dirigenti Scolastici e Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi. È infatti facile verificare che proprio le Istituzioni Scolastiche non adeguatamente dirette e coordinate hanno segnato momenti di crisi nell’approdo imprevisto alla Didattica a Distanza, in un momento nel quale si sono invece rese necessarie azioni coinvolgenti e motivanti espresse in convocazioni urgenti di Collegi Docenti, Consigli d’Istituto, Giunte Esecutive, Dipartimenti Disciplinari, Consigli di Classe, colloqui con allievi e famiglie, prosecuzione delle attività di ampliamento dell’offerta formativa, adempimenti degli uffici, acquisti di beni e servizi e tutto quanto ben noto agli operatori nella scuola che in questo momento stanno in trincea.
Gli attuali criteri di accorpamento si presentano come una babele di numeri e di parametri che provocano e continueranno a provocare scuole senza Dirigenti e DSGA, sempre più frazionate, senza più una linea, un indirizzo socio culturale, con una perdita del senso di appartenenza, rompendo il nesso autonomia-dirigenza che era alla base della L. 59/97 e del Regolamento per l’autonomia per come, invano oramai, delineato dal DPR 275/99.
Il fenomeno della “reggenza” ha finito poi col diventare non più un fatto straordinario, in carenza di Dirigenti “di ruolo”, ma una categoria particolare per istituti sottodimensionati, che conservano la loro “autonomia precaria” ma guidati in modo insufficiente e diretti da dd.ss. già titolari altrove, poco pagati, e peraltro oberati all’eccesso di adempimenti e responsabilità già nella scuola di titolarità.
Vanno quindi rivisti i criteri di accorpamento delle Istituzioni Scolastiche, ricordando che gli stessi sono adottati in base a quanto stabilito, in relazione agli indici numerici di riferimento, dal DL n.98/2011 convertito in legge 15 luglio 2011, n. 111 e dalla Legge di stabilità 2012, che hanno portato a un minimo di 600 alunni il numero minimo di studenti per il riconoscimento dell’autonomia.
UDIR chiede quindi che, oltre ai punti suindicati, al fine di permettere un miglioramento della qualità del servizio scolastico in un momento di forti tensioni sociali che perdureranno per un tempo lungo, che il Ministro Azzolina prenda seriamente in considerazione la revisione dei criteri di accorpamento delle Scuole ripristinando il numero minimo di 500 di allievi per Istituto per il riconoscimento dell’autonomia e riducendo ulteriormente il numero minimo per gli altri ordini scolastici sulla base della complessità e le difficoltà territoriali.
Nel formulare tali richieste UDIR ribadisce la necessità di una decisa riorganizzazione territoriale del sistema scolastico e la necessità di nuove e ulteriori risorse finalizzate ad una maggiore efficacia ed efficienza delle Istituzioni Scolastiche chiamate a compiti nuovi e certamente non facili sia per il presente e ancor più per il futuro.