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COMUNICATO STAMPA
SCUOLA – Riforma reclutamento docenti, anche ai presidi non piace:
secondo UDIR è già superata, non introduce figure innovative e ignora il “middle-management”
Anche i dirigenti scolastici hanno forti dubbi sulla riforma del reclutamento e formazione di docenti, pensata e tradotta nel Decreto Legge n. 36/2022 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 100 del 30 aprile 2022, che non fa altro che riscrivere in parte il Decreto Legislativo 59/2017 (Buona Scuola): lo hanno detto oggi i componenti della delegazione sindacale Udir durante un’audizione tenuta presso le Commissioni I e VII riunite in Senato. Secondo i rappresentanti del giovane sindacato, i dirigenti Vito Lo Scrudato e Dario Tumminelli, “questa riforma non introduce elementi innovativi veri, ma produce una ricetta vecchia, già vista, superata, non migliorativa perché ulteriormente appesantita da lungaggini burocratiche. Non fornisce una risposta concreta alla supplentite, anzi rappresenta un peso insostenibile che non produce risultati reali”. Nel progetto di riforma, inoltre mancano delle figure chiave, decisive, che devono essere strutturate, ancora non riconosciute dal legislatore, come il mentoring, il tutoring, il coaching. Come non è presente la figura del “middle-management”, su cui erano state invece fornite aperture importanti da parte delle istituzioni.
“Siamo convinti – hanno dichiarato Lo Scrudato e Tumminelli – che avere a disposizioni giovani professori e professoresse, motivati e preparati, è certamente la base su cui partire, su cui poggiare; una base sicuramente determinante per il futuro successo formativo delle giovani generazioni, i nostri ragazzi, i futuri cittadini. Noi dunque puntiamo su tutto questo: merito e professionalità docente. Siamo favorevoli a risolvere una criticità che perdura da anni, quella del precariato storico. Primo o poi, i nodi vengono sempre al pettine, e si dovrà mettere mano chiudendo la questione, affondando concretamente il tema della precarietà”.
“Avere giovani insegnanti di ruolo e subito sarebbe auspicabile anche per la continuità didattica. Lo abbiamo visto, più volte e in più tornate, e con diversi Ministri di diverso colore politico. La soluzione unica del pubblico concorso non è mai risolutiva. Non si può puntare tutto solo su questo. Si guardi al doppio canale. Ormai è evidente, i concorsi non sono stati in grado di risolvere questo problema, non hanno portato alla stabilizzazione dei precari. E stabilizzare i precari non è una sconfitta del merito. Il sacrosanto principio (del merito) è pienamente rispettato, già intrinseco di per sé nel lavoro stesso che i nostri docenti svolgono quotidianamente. Ricordiamoci che gli insegnanti ogni anno sono puntualmente reclutati dall’amministrazione scolastica, con un regolare contratto di lavoro (annuale o al 30 giugno). La stessa amministrazione, dunque, li ritiene degni, adeguati alla loro funzione e alle mansioni ricoperte. Del resto si affidano i nostri ragazzi, il nostro presente, il nostro futuro! I docenti hanno dato concretamente prova di merito, con un servizio reso allo Stato”.
La delegazione UDIR ha evidenziato, in sede di audizione, come associazione sindacale, “le linee di prioritarie sull’investimento sull’istruzione; si devono potenziare: il merito, l’equità, l’efficienza e la competitività del Paese. Siamo convinti che le risposte non possono mai giungere per Decreto, calato dall’alto, con una visione parziale dell’insieme, ma attraverso un costruttivo lavoro di confronto, libero e democratico, affondando il vero nocciolo del problema e soprattutto nel modo giusto”.
“Un altro punto a noi caro – hanno continuato Lo Scrudato e Tumminelli – è che vengano valorizzate le figure di sistema, figure davvero centrali per il funzionamento di questa organizzazione, così complessa, quale è la nostra scuola. Il mentoring, il tutoring, il coaching, sono figure chiave, decisive, che devono essere strutturate, ancora oggi non riconosciute dal legislatore. Urge contrattualizzarle e distribuite le risorse, che ricordiamo, non devono mai giungere dai risparmi o tagli, ma giungere da nuove risorse, aggiuntive e complementari. Tutt’oggi manca del tutto l’introduzione di queste nuove carriere, come quella del “middle-management”, carriere che possiamo definire “carriere di mezzo”, tra docente e dirigente. Infine, in audizione ci siamo riservati di depositare nei prossimi giorni delle proposte emendative migliorative del sistema e dell’impianto dell’attuale testo in discussione”.