New di M. Perelli Ercolini
UN FONDO COMUNE PER L’EQUITA’ PREVIDENZIALE
Titolo di un articolo di Giuliano Amato su Sole 24 ore di domenica 21 luglio 2013.
In questo articolo Giuliano Amato, prendendo lo spunto dalla sentenza della Corte costituzionale che ha cassato il contributo di solidarietà sulle pensioni oltre i 90mila euro lordi all’anno, pone accenti e proposte per colmare il gap tra le basse pensioni e le cosiddette pensioni alte, scordando che le pensioni sono delle prestazioni differite in relazione a contributi versati in base a determinate regole su cui il lavoratore durante la vita lavorativa ha fatto affidamento per una serena e dignitosa vecchiaia.
Il discorso di Amato calzerebbe se il trattamento in quiescenza fosse una prestazione delle Stato, legata all’età e sostenuta con la fiscalità, per un post-lavorativo dignitoso dopo anni di attività per il Paese, la Società e la famiglia.
Le sperequazioni create dall’attuale mercato del lavoro o l’impossibilità a una previdenza complementare non debbono incidere sulle tasche dei pensionati e pensionandi con un contributo di solidarietà (la solidarietà è su base volontaria, se obbligatoria diventa fiscalità)! E neppure pensare che il lavoratore debba destinare una parte delle propria contribuzione, crescente al crescere del reddito, per un fondo di mutualità solidale: cambiano i termini, ma la sostanza è sempre quella di un prelievo fiscale occulto.
PENSIONATI – CONTINUA IL TIRO
Dopo l’editoriale di domenica su Sole 24 ore di Giuliano Amato sul tema dell’adeguatezza delle prestazioni del nostro sistema previdenziale, nel quale ha rilanciato l’idea di un fondo comune da finanziare con un contributo di solidarietà a carico degli assegni più alti per assicurare pensioni minime sopra una certa soglia, il Sole 24 ore di martedì 23 luglio 2013 riprende l’argomento con l’articolo “Pensioni, quel fondo di equità che può salvare il contributivo – Da Amato a Renzi: come rafforzare la componente mutualistica del sistema”.
Nell’affannosa e insaziabile ricerca di soldi ecco un nuovo tiro al bersaglio sulla solita categoria che dopo anni di contribuzione e aver onestamente e doverosamente versato tasse su tasse, deve ora colmare i vuoti delle casse per sperperi vari….
Si ripropongono nella ricerca della mutualità versamenti di solidarietà forzata ovvero di tasse….a proposito che fine ha fatto la maggiorazione di un punto percentuale delle contribuzioni delle retribuzioni alte dal 32 al 33 e rotti per cento?
Sarebbe auspicabile che coloro che tanto insorgono contro i pensionati iniziassero dare per primi l’esempio…titolari di più pensioni e titolari di duplice, triplo e talora quadruplo lavoro date l’esempio dimezzando i vostri vitalizi, lasciate i plurincarichi per i giovani….
A proposito, l’ultima è quello di un prelievo di solidarietà (obbligatorio! cioè tassa!) sulle pensioni retributive in pagamento partendo dal loro scostamento dal livello di equilibrio attuariale se fossero state calcolate col sistema contributivo e tenendo conto delle aspettative di vita dei beneficiari.
Valeva la pena lavorare tanto, sacrificando famiglia e divertimenti, per crearsi una vecchia dignitosa?