Editoriale di Stefano Biasioli

NOTICELLE sul Decreto Legge n.66/2014 (prima parte)

Non sappiamo quanti, anche tra i membri del Governo e del Parlamento, abbiano letto con attenzione il Decreto Legge in questione.

Noi, ci siamo soffermati su alcuni punti del decreto, meritevoli di un minimo di riflessione.

L’art. 8, al comma 4, prevede una cosa nota: obbligo di risparmi (2,1 miliardi di euro, nel 2014), da ripartire in  parti uguali tra Regioni, Province + Citta’ metropolitane + Comuni ed infine Stato (PdCM).

Note sono altresì le penalizzazioni, ribadite nell’art.50, in caso di inadempienze.

I risparmi in questione dovranno essere realizzati con riduzione del 5% degli importi dei contratti in essere, per tutta la durata residua. La controparte puo’ recedere entro 30gg, ed i nuovi contratti dovrebbero passare attraverso la Consip.

Si salva qualcuno? Si, come al solito, perché Regioni e Province autonome possono adottare misure alternative equivalenti (c.8).

Ci chiediamo quali esse possano essere se non 2: tagli di personale o tasse locali. In ogni caso, l’effetto sara’ analogo: minor servizi ai cittadini, con maggiore spesa per il singolo cittadino.

Ancora, ogni atto in violazione del comma 8 identifica una RESPONSABILITA’ DIRIGENZIALE, con compromissione della performance individuale.

Avete capito bene….La politica  decide i tagli ( non importa quali e con che criteri logici) e non paga il fio per potenziali scelte illogiche, ma – a prescindere- il DIRIGENTE PAGA!

Vengono istituite una centrale di committenza regionale ed una nuova AUTORITÀ di VIGILANZA REGIONALE (art.9), che potrà usare la guardia di finanza e tutte le strutture regionali della P.A.

Detto in altro modo (e ci piacerebbe essere smentiti!) il decreto 66/2014 toglie questi controlli alla Corte dei Conti regionale. Ci permettiamo di chiedere: perché?

Nulla da eccepire sull’articolo 13 (tetto di 240.000 euro lordi alla dirigenza della P.A. e delle partecipate) tutto da discutere, invece, l’articolo 14, ossia quello che taglia le spese per consulenze/studio/ricerca/co.co.co in tutte le strutture pubbliche, ad eccezione di università, ricerca, SSN…..!

Possiamo capire – in parte- la deroga per la ricerca, ma NON SI CAPISCE PERCHE’ DAI TAGLI per CONSULENZE E SIMILI SIA STATO ESCLUSO IL SSN, vista la frequenza con cui – in esso – si abusa di queste fattispecie.

Evidentemente, Qualcuno dovrebbe spiegare i motivi profondi alla base di questa ECCEZIONE…….

Ancora. Buono l’articolo 15 (riduzione delle spese per le autovetture pubbliche) ma ci chiediamo perche’ da tali tagli siano stati ESCLUSI i SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI e le rappresentanze diplomatiche. Soprattutto le seconde, rispetto alle prime, dalle quali andrebbero comunque defalcate le auto dei VERTICI delle ASL, visto che si tratta di liberi professionisti, non aventi diritto a “benefits” di alcun tipo. Al proposito, ci piacerebbe che le Corti dei Conti regionali si attivassero per controllare l’uso , corretto o meno, delle AUTO BLU delle ASL.

Sull’articolo 16 ( riorganizzazione dei Ministeri ) i tagli di 240 milioni di euro/2014 sono condizionati da un futuro DPCM, su proposta del ministro competente. Ancora una volta, saranno tagli lineari perché si sono accuratamente evitati i contributi delle dirigenze interne.

Le riduzioni della spesa degli ORGANI COSTITUZIONALI sono molto modeste (50 milioni/2014), con la magistratura che si limita a 5,5 milioni.

I risparmi vanno allo Stato e non a riduzione del debito pubblico: perché? Una annotazione generale: in definitiva, QUANTI SONO I RISPARMI, ex decreto legge 66/2014 , CHE SARANNO USATI PER RIDURRE IL DEBITO PUBBLICO e che invece saranno usati per il bilancio di cassa?

Ancora, l’articolo 19 presuppone ulteriori risparmi ( 100 milioni/2014) per province e città ‘ metropolitane, evidentemente aggiuntivi rispetto a quelli ex art.8, c.4. È così ??

Anche le SOCIETÀ PARTECIPATE (art.20) devono ridurre i costi operativi in misura non inferiore al 2,5% (2014) o 4% (2015) rispetto al 2013. Gli amministratori delegati delle stesse avranno il 30% della quota variabile legata al suddetto risparmio. Tutto tranquillo???

Infine (e per ora) la questione della razionalizzazione degli spazi nella P.A. Con buona pace delle dichiarazioni televisive del Premier, le scelte dei nuovi spazi/ uffici dovranno avvenire entro il 30/06/2015, con operatività dal 2016.

Non si tratta di 44 metriquadrati/addetto ma di una riduzione del 50% delle spese per locazioni passive e di una riduzione del 30% degli spazi utilizzati dallo Stato. Purtroppo, a) Regioni e province autonome possono scantonare; b) mancano i valori di riferimento attuali per le suddette voci.

Ed allora, si tratta o no di un “vorrei ma non posso?”.

Lenin
Roma, 2 Maggio 2014