evento cnel
20 aprile 2022
Relazione 2021 del CNEL al Parlamento e al Governo sui livelli e
la qualità dei servizi offerti dalle Amministrazioni pubbliche centrali e locali alle imprese e i cittadini
Sala del Parlamentinto e diretta sul sito e canale Youtube del CNEL
CONFEDERAZIONI maggiormente rappresentative della dirigenza: sollecito atti di indirizzo e avvio della contrattazione per il personale dirigenziale
COMUNICATO STAMPA
Intollerabile ritardo per il rinnovo dei contratti del settore pubblico 2019-2021
le Confederazioni delle aree dirigenziali protestano
Roma, 4 aprile 2022 – Le Confederazioni CIDA, CODIRP, CONFEDIR E COSMED, che compongono il cartello delle sigle maggiormente rappresentative ai tavoli di trattativa, si sono rivolte al Presidente del Consiglio, al Comitato di settore della Conferenza delle Regioni, al Comitato di settore ANCI/UPI/Unioncamere e all’ARAN per sollecitare un intervento urgente volto all’apertura del negoziato per il rinnovo dei contratti del settore pubblico del triennio 2019-2021.
Il ritardo, infatti, è addirittura maggiore rispetto a quello vissuto nelle precedenti tornate contrattuali che appariva già intollerabile. Per questo chiedono la rapida emanazione, senza ulteriori indugi, dei necessari specifici Atti di indirizzo. “Lo sblocco immediato della contrattazione, addirittura riferita al triennio 2019-2021 già del tutto compiuto – sostengono le Confederazioni CIDA, CODIRP, CONFEDIR E COSMED in una nota congiunta – è necessario anche per ristabilire un corretto sviluppo delle relazioni sindacali nel pubblico impiego”. “Proseguire con questo ingiustificabile silenzio e questa carenza di indirizzi da parte del Datore di lavoro pubblico alla luce della situazione socioeconomica in atto – concludono le sigle CIDA, CODIRP, CONFEDIR E COSMED – appare oggi ancor più grave e insostenibile in pendenza di indifferibili impegni per il futuro come il PNNR e i CCNL 2022-24”. Leggi la nota congiunta.
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COMUNICATO STAMPA
SCUOLA – UDIR invita i dirigenti scolastici a utilizzare il personale sospeso rientrante il 1° aprile senza cambiare la mansione
A seguito delle criticità emerse dall’applicazione delle indicazioni della nota ministeriale 620/22 sul rientro del personale sospeso, l’ufficio legislativo, a tutela delle responsabilità anche erariale del dirigente scolastico, ritiene importante negli ordini di servizio da emanare rispettare le leggi e il contratto vigenti. Il personale docente non vaccinato, infatti, se non può essere impiegato come docente nelle lezioni in presenza in classe, tuttavia, non ha perso neanche temporaneamente la sua funzione docente tanto da poter essere utilizzato anche nella Ddi o nella Dad e in tutte le altre attività funzionali all’insegnamento. Pertanto, si sconsiglia di cambiare orario di servizio, di disporre nuovi contratti o ordini di servizio per altre mansioni o compiti diversi dalla funzione docente, se non a seguito di espressa domanda di suddetto personale.
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COMUNICATO STAMPA
SCUOLA – Il Decreto Covid fa tornare il personale in servizio dal 1° aprile: per UDUR è tempo di risarcimenti
C’è anche l’azione dell’UDIR tra i motivi che hanno inciso sulla decisione del Governo di far tornare a scuola il personale non vaccinato a partire dal 1° aprile prossimo: la decisione è contenuta nel testo definito del Decreto Legge Covid n. 24/2022, pubblicato ieri in tarda serata nella Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 70, che ha quindi modificato l’articolo 8 della bozza approvata dal Consiglio dei Ministri una settimana fa con cui si prevedeva il rientro sul lavoro non prima del 15 giugno 2022. Circa 10mila lavoratori non vaccinati, in servizio all’interno di Scuola, Università e Afam, dal prossimo 1° aprile, potranno riprendere il servizio e tornare a percepire lo stipendio, anche se verranno utilizzati non a contatto con gli alunni, ma solo a supporto delle attività: il Decreto stabilisce poi che fino al 30 aprile, sempre per l’accesso a scuola, servirà presentare comunque il Green Pass base, ricavabile anche attraverso l’effettuazione di un tampone.
UDIR, che ha già presentato una richiesta di incontro urgente con il dirigente ministeriale Filippo Serra per avere chiarimenti sulle modalità applicative al personale scolastico, ritiene che sulla decisione del Governo ha pesato molto il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, gratuito per gli iscritti UDIR, attraverso il quale il giovane sindacato ha chiesto l’annullamento e la disapplicazione della normativa che impone l’obbligo vaccinale per i dirigenti scolastici. “Il nostro ricorso – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale UDIR– ha messo in evidenza tutta l’illegittimità dell’uso della certificazione “verde” anti Covid19, tanto che diversi giudici, anche del Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia, hanno posto dei seri dubbi sulla costituzionalità dell’obbligo vaccinale”.
Dopo il prossimo ritorno in servizio, per questo personale Udir ora pensa che sia giunto il momento del recupero delle somme stipendiali sottratte: “Siamo convinti che dopo le pronunce della Consulta – rispetto alla quale i legali Udir si costituiranno in giudizio in merito all’Ordinanza di non infondata costituzionalità della norma che ha introdotto l’obbligo vaccinale (Tar Lombardia, CGRSA, Tribunale di Catania, Tribunale di Brescia, Tribunale di Padova – anche CGUE) – e qualora vi sia una risposta di accoglimento, il personale sospeso potrà ottenere il risarcimento dovuto, i mancati stipendi, oltre che l’assegno alimentare invece fino ad oggi negato”.
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