Europa e sanità. Non c’è solo il Recovery Plan
Quotidiano Sanità – 1 febbraio 2021
di Michele Poerio
Gentile Direttore,
le scrivo in quanto in questo periodo di pandemia si sta perdendo il senso dei valori fondanti del ruolo e del lavoro di noi medici ed operatori sanitari. Si sta dando troppo spazio ad una gestione solo su base economicistica e non si mantiene fede all’importanza della professionalità e dell’etica che ci caratterizza.
Si calpestano i diritti dei giovani specializzandi, si mettono ora sull’altare dei medici/operatori sanitari e il giorno dopo alla gogna. La Feder.S.P.eV., tramite il proprio studio legale, dopo aver preso in esame il documento SIAARTI, il Piano pandemico2021/2013 e l’attuale nostro ordinamento che tutela il diritto alla vita e non alla morte, vietando ogni forma di condotta eugenetica, ha invitato e diffidato gli Organi preposti a voler procedere e li invita senza ritardo ad astenersi dall’inserire nel Piano pandemico 2021/2023 e/o ogni altro atto o decreto prossimo venturo qualsiasi riferimento a possibili selezioni di pazienti nell’erogazione di cure e trattamenti in tempo di pandemia o tempi non ordinari, garantendo, anche nell’emergenza e in ogni tempo, a tutti i pazienti, il diritto di accesso alle cure e ai trattamenti sanitari urgenti e di elezione.
Per noi non è ammissibile alcuna arbitraria selezione di pazienti da curare anche in situazioni di mancanza di risorse e riteniamo invece necessario che siano predisposte misure adeguate per rafforzare il Sistema Sanitario Nazionale con utili e inderogabili investimenti su presìdi/attrezzature, adeguamento degli organici rapportato agli standard dell’Unione Europea, ossia garantendo al SSN un finanziamento correttamente rapportato al PIL, contrariamente a quanto avvenuto dal governo Monti in poi.
Proprio per questo ci lascia inoltre perplessi come si parli solo di Recovery Fund e non di come gestire i fondi per la Sanità che ci sono nel programma europeo EU4Health, che punta a rafforzare la preparazione dell’UE in caso di gravi minacce sanitarie transfrontaliere creando riserve di forniture mediche in caso di crisi, una riserva di personale ed esperti sanitari che possano essere mobilitati in caso di crisi in tutta l’UE, maggiore sorveglianza delle minacce per la salute; intende rafforzare i sistemi sanitari in modo che siano in grado di affrontare le epidemie e altre sfide a lungo termine stimolando la prevenzione delle malattie e la promozione della salute fra la popolazione anziana, la trasformazione digitale dei sistemi sanitari, l’accesso all’assistenza sanitaria per i gruppi vulnerabili.
Nessuno parla degli altri programmi dell’UE che forniranno ulteriori investimenti nel settore della salute che andranno a completare EU4Health e sono il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) per il sostegno ai gruppi vulnerabili nell’accesso all’assistenza sanitaria; il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) per il miglioramento delle infrastrutture sanitarie regionali; Horizon Europe per la ricerca in ambito sanitario; il meccanismo di protezione civile dell’UE/rescEU per creare scorte di forniture mediche di emergenza; i fondi di “Europa digitale” e del “Meccanismo per collegare l’Europa” per la creazione dell’infrastruttura digitale necessaria per gli strumenti sanitari digitali.
Ignoranza voluta o mancanza di approfondimento? Una gestione sanitaria corretta deve tenere conto degli errori fatti e qui invece siamo ancora al gioco dello scarica barile tra Regioni e Stato, con una mancanza di serietà, di rispetto dei diritti e una mancanza di responsabilità, con il rischio che l’Italia perda etica di intervento e perda pure i fondi europei necessari per il SSN.
Prof. Michele Poerio
Presidente Feder.S.P.eV.