• «Non si può essere «dirigenti» o «guida» di altri senza la consapevolezza di tale responsabilità; e senza, nel contempo, l’umiltà di chi sa di dover rendere un servizio che, seppur di particolare delicatezza e importanza, non dà a chi lo presta diritti di privilegio»

    Vittorio Bachelet

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COMUNICATO STAMPA
SCUOLA – Ocse, Italia dà alla scuola molto meno degli altri Paesi. UDIR: dirigenti scolastici malpagati e costretti a fare l’impossibile

 

Gli investimenti statali per la scuola sono ancora molto al di sotto delle media Ocse, gli abbandoni scolastici troppo al di sopra della soglia del 10%, gli stipendi del personale lontanissimi da quelli dei colleghi d’oltre frontiera. Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto Ocse Education at a Glance 2021, pubblicato in queste ore.
“Si tratta di numeri preoccupanti – dichiara Marcello Pacifico, presidente UDIR – che ci confermano quanto gli investimenti in Italia siano al di sotto di quelli dei tanti Paesi che gravitano nell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Essere ancora tra coloro che spendono meno per l’Istruzione è una situazione di base, secondaria e universitaria, è una condizione che ci addolora. Significa che i Governi non sono in grado di sganciarsi dalla logica che associa la spesa per formare i propri cittadini come un costo e non come un investimento. A subire le conseguenze di questa inerzia finanziaria sono sicuramente gli studenti, le scuole e chi le dirige, costretto a mille acrobazie per realizzare anche l’impossibile: anche perché sono chiamati a gestire contesti, come quello dell’edilizia scolastica, di cui sono diretti responsabili senza avere a disposizione la gestione economica. Come dei ministri senza portafoglio, però pagati poco più degli impiegati”.

Lo studio internazionale parla chiaro: l’Italia si è collocata tra i dieci Paesi dell’OCSE ad aver speso la percentuale più bassa del PIL per gli istituti di istruzione da primaria a terziaria. Nel 2018 ha speso il 4,1% del PIL per gli istituti di istruzione da primaria a terziaria, cifra pari a 0,8 punti percentuali in meno rispetto alla media Ose: quella investita per l’Istruzione nel nostro Paese è una quota inferiore del PIL rispetto alla media OCSE a livello sia terziario che non terziario. Inoltre in Italia, la quota della spesa in conto capitale sulla spesa totale per gli istituti di istruzione è inferiore alla media OCSE ai livelli da primario a terziario.

L’Ocse ha rilevato, in particolare, che a livello primario, secondario e postsecondario non terziario, la quota in conto capitale rappresenta l’1 % della spesa totale per gli istituti di istruzione, pari a 7 punti percentuali sotto la media OCSE (8 %). A livello terziario, questa quota rappresenta il 9 %, cifra leggermente inferiore alla media dei Paesi OCSE pari all’11 %. Il dato del periodo di convivenza con il Covid è invece in controtendenza: in particolare, relativamente agli esercizi finanziari 2020 e 2021, l’Italia ha registrato un aumento di bilancio a favore dell’istruzione primaria e secondaria di primo grado. La speranza è che si sia voltata pagina una volta per tutte, anche se il gap da colmare rimane decisamente ampio.

news di m. perelli ercolini

INDICE BREVIA 2021 IN BREVE n. 37-2021 – INAIL Manuale infezione Covid in ambito scolastico – DL_122 10sett2021 – MIN_SALUTE Circolare 40711 del 9.09.2021 – INPS Mess_3080 del13sett2021 –  INPS Circ_107 del 14lu2021 (2) – AG_ENTRATE Com_stampa 15sett2021

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COMUNICATO STAMPA
DIRIGENTI SCOLASTICI – Sicurezza, Pacifico (UDIR): “Eliminiamo le classi pollaio” 

Marcello Pacifico (UDIR): “Necessario intervenire su quelle classi pollaio di cui si è parlato molto negli ultimi due anni ma si è fatto ben poco se non nulla. Soprattutto in tempo di Covid-19 non si può più soprassedere.  Bisogna rivedere e ricalibrare la distribuzione e la composizione delle classi per rendere possibile il distanziamento sociale ed evitare di conseguenza la diffusione del virus. Come Udir abbiamo presentato molte proposte di modifica e alcune di queste sono state accolte, come per esempio quella di consentire alle scuole con più di 300 alunni, in zone montane o isolate, o con 500 alunni in condizioni normali, e non più 600, l’attribuzione di un dirigente scolastico e dunque di una sede autonoma. Il fine sarebbe quello di recuperare almeno 400 sedi di scuole autonome. Bisogna pensare che a oggi abbiamo 8mila scuole autonome per 42mila plessi, 12 anni fa erano più di 12mila”.

NEWS DI M. PERELLI ERCOLINI

IN BREVE n. 36-2021 – QUOTIDIANOSANITA’ Circ_39333 2sett2021 – AG_ENTRATE Risposta_578 03.09.2021 – ARERA Delib_444-19 – ARERA 444-19all – CASS sez_VI_ Civ Ord_23363-2021 – AG_ENTRATE Risol_56 06sett2021 – MIN_LAVORO DM 130_2021

la ricostruzione dopo la pandemia-video conferenze FEDER.S.P.eV.

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COMUNICATO STAMPA
SCUOLA – Record classi pollaio, oltre 40 alunni in aula. Pacifico (UDIR):
“Bisogna eliminare il fenomeno sia per la sicurezza che per migliorare gli apprendimenti” 

 

Nuovo record italiano in una scuola superiore di Velletri con 42 alunni in una classe. Il dirigente scolastico della scuola è intervenuto su La Repubblica segnalando che ha chiesto di sdoppiare le sue due classi più appesantite, ma l’Ufficio scolastico regionale ha risposto che non è possibile poiché non ci sono abbastanza professori. Marcello Pacifico (Udir): “Risulta necessario intervenire su quelle classi pollaio di cui si è parlato molto negli ultimi due anni ma si è fatto poco; il caso di Velletri ci ribadisce che le classi con 42 alunni ci sono anche oggi in tempo di Covid-19 e non possiamo più soprassedere.  Bisogna rivedere e ricalibrare la distribuzione e la composizione delle classi per rendere possibile il distanziamento sociale ed evitare di conseguenza la diffusione del virus”.

È di oggi la notizia, riportata anche da Orizzonte scuola, del nuovo record italiano in una scuola superiore di Velletri con 42 alunni in una classe. Tutto ciò accade mentre per il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi “il fenomeno delle classi pollaio è circoscritto, con solo il 2,9% nelle grandi periferie urbane e nelle scuole superiori”. Il dirigente scolastico della scuola di Velletri è intervenuto su La Repubblica segnalando che ha chiesto di sdoppiare le sue due classi più appesantite, ma l’Ufficio scolastico regionale ha risposto che non è possibile poiché “non ci sono abbastanza professori”. Alla successiva domanda del dirigente su come fare dunque “ad avviare le lezioni con tutti questi ragazzi in aula” la nuova risposta dell’Usr è stata quella di dover “rifiutare le iscrizioni ai nuovi studenti causa sovraffollamento”.

Sull’argomento è intervenuto Marcello Pacifico, presidente nazionale UDIR, segnalando “come il giovane sindacato che tutela i dirigenti scolastici abbia presentato molte proposte di modifica e alcune di queste sono state accolte come per esempio quella di consentire alle scuole con più di 300 alunni, in zone montane o isolate, o con 500 alunni in condizioni normali, e non più 600, l’attribuzione di un dirigente scolastico e dunque di una sede autonoma. Il fine sarebbe quello di recuperare almeno 400 sedi di scuole autonome. Bisogna pensare che a oggi abbiamo 8mila scuole autonome per 42mila plessi, 12 anni fa erano più di 12mila”.

Inoltre ha affermato Pacifico che “si può parlare di un’apertura delle scuole in sicurezza proprio a partire da una regolamentazione del dimensionamento scolastico selvaggio che è avvenuto negli ultimi anni per questioni di bilancio. È evidente che un dirigente scolastico si trova in difficoltà ad amministrare scuole con più di mille o 2mila alunni. Risulta necessario intervenire su quelle classi pollaio di cui si è parlato molto negli ultimi due anni ma si è fatto poco; il caso di Velletri ci ribadisce che le classi con 42 alunni ci sono anche oggi in tempo di Covid-19 e non possiamo più soprassedere.  Bisogna rivedere e ricalibrare la distribuzione e la composizione delle classi per rendere possibile il distanziamento sociale ed evitare di conseguenza la diffusione del virus”.


COMUNICATO STAMPA 
DIRIGENTI SCOLASTICI – Il ministro Bianchi parla di rinnovo contratto e reclutamento anche dei dirigenti

UDIR ribadisce la necessità di realizzare la perequazione interna con l’attribuzione della RIA a tutti i presidi neo-assunti dopo il 2001, la perequazione esterna rispetto alla dirigenza delle altre aree della pubblica amministrazione a partire da quell’area dell’istruzione e della ricerca, dal recupero del FUN tagliato per pagare il giusto salario accessorio, dall’attribuzione di tutte le sedi di presidenza tagliate negli ultimo dieci anni – 4 mila – e delle 400 non attivate quest’anno, fino a soluzioni che permettano l’assunzione di tutti gli idonei, grazie alle nostre proposte avanzate in passato.

news di m. perelli ercolini

IN BREVE n. 35-2021 – MIN_ISTRUZ circ_1260 30ag2021 – GarantePrivacy 9694010 reg_provv 306 31ag2021 – DL_111-6ag2021 art_9quater – AG_ENTRATE Risposta_575_30.08.2021

news di m. perelli ercolini

IN BREVE n. 34-2021 – CASS sent_6243-2015 – INPS Mess_2909 del 20ag2021 – AG_ENTRATE risol_55 del 23ag2021 – Oocdpc n_787 del_23ag2021 anticipaz-termini-pagamento-inps – CASS sez_Lav sent_ – AG_ENTRATE Risposta_565_26.08.2021 – AG_ENTRATE Risposta_560_26.08.2021 – AG_ENTRATE Risposta_563_26.08.2021

Caro ministro Brunetta, che si fa sul rinnovo dei contratti della dirigenza pubblica?

Articolo su START MAGAZINE di oggi con la lettera aperta del Prof. Michele Poerio al Ministro Brunetta.
Caro ministro Brunetta, che si fa sul rinnovo dei contratti della dirigenza pubblica?

RINNOVO DEI CONTRATTI DELLA DIRIGENZA PUBBLICA E DEI PROFESSIONISTI

Lettera aperta al Ministro Brunetta